di Roberto Xausa, Rotary Public Image Coordinator
Foto di Roberto Xausa
La Comunicazione è una priorità per il Rotary. Occorre far conoscere l’azione del Rotary, i suoi risultati. Sono queste le indicazioni che hanno segnato il percorso del recente Institute di Evanston al quale ho avuto l’onore di partecipare, con ventidue colleghi RPIC – Rotary Public Image Coordinators – provenienti da ogni parte del mondo.
La prima impressione per chi arriva nella sede centrale americana è di essere al centro di una grande organizzazione mondiale. Questa la Carta d’identità di “One Rotary”, su Sherman Ave. a Evanston, su circa venti piani, oltre 540 persone al lavoro, 7 sedi nel mondo con altri 200 operatori, 40 lingue parlate, sulla porta d’ingresso: “vietato introdurre armi”, sala convegni, ristorante interno e una sala del board con molti monitor e cabine di traduzione ovunque. Mi colpisce il divieto delle armi, sembra ovvio, ma siamo negli USA, Paese nel quale alcune cose non sono ovvie. Mi dice un collega del Texas “ da quando il Board del Rotary ha votato per il divieto delle armi – altra cosa che sembrerebbe ovvia – dal mio Club sono usciti 15 soci. Rifletto che da alcuni nostri club uscirono dei soci maschilisti all’ingresso delle donne … vuoi vedere che sono pericolose come le armi? Ma, battute a parte, sono state giornate di lavoro intenso con confronti e approfondimenti sull’impostazione futura della Pubblica Immagine e della Comunicazione rotariana. Alcuni facilitatori, ma soprattutto la presenza del Past President Ron Burton, dei prossimi presidenti, Barry Rassin e Mark Maloney, ci hanno permesso di cogliere alcuni problemi assolutamente non banali.
Il Rotary si presenta come un’organizzazione attiva, operativa, ricca d’iniziative e quindi in continuo movimento, che ben si allinea con l’attuale mondo, di comunicazioni sempre più rapide. Anche se la società odierna è spesso descritta come una Società liquida, il Rotary vuole tornare a un mondo più solido, di costruzioni tangibili e di service fruibili e non ipotetici. Dobbiamo, insomma, essere d’ispirazione alla nostra società per una costruzione positiva del futuro, nostro e dei nostri figli. Non si può parlare e promuovere il Rotary nello stesso modo tra Europa, Asia, Nord e Sud – America, Africa e Australia. La proposta del Segretario Generale John Hewko, sul tema dell’incremento dei soci, ha portato a ragionamenti piuttosto accesi; la sua proposta, infatti, vedeva l’istituzione di due livelli associativi, diremo noi italiani: il Socio Effettivo e il Socio Sostenitore. Il Sostenitore potrebbe essere quel socio che non partecipa attivamente, non copre i costi delle frequentazioni, ma con la sola adesione al Rotary, si sente “vicino” agli ideali rotariani e la cosa si ferma lì. Non credo sia facile introdurre questo meccanismo in Italia. Barry Rassin promuove il passaggio tout court dal Rotaract al Rotary, ma anche questo passaggio andrebbe valutato e capito, soprattutto dai nostri giovani, non sempre in grado di essere inseriti nel Rotary per vari motivi, dagli impegni lavorativi a quelli di tipo economico. Differenziare il “prodotto Rotary secondo i mercati mondiali”. Anche questa visione, forse un po’ troppo mercantile, va letta in rapporto al focus territoriale al quale si applica. Personalmente ritengo che l’essere rotariano sia più una modalità di visione e di rapporti con il mondo che ci circonda, piuttosto che una forma di acquisizione di nuovi soci.
Non credete che in alcuni dei nostri club potremmo fare a meno di alcuni Soci inconcludenti? È importante quindi la capacità di vedere i soci potenziali, scoprirli e coinvolgerli in attività soddisfacenti, un buon esempio ad altre realtà associative vicine e, perché no, anche una gioia e una soddisfazione interiore a compimento di quel good job che è insito nel servire. Una sessione è stata dedicata alle motivazioni e difficoltà d’ingresso di nuovi soci ai club. In particolare, nelle tante realtà mondiali esistono competitor diversi. Ho portato l’esempio del volontariato in Italia e nel triveneto, dove centinaia di associazioni e gruppi di volontariato operano nelle stesse realtà geografiche dei Rotary Club. Questo aspetto porta alla faticosa individuazione di nuovi soci: molte valide figure sono talmente impegnate nel sociale che difficilmente accettano l’inserimento in altre realtà. Interessante il dato più recente sulla situazione della membership mondiale: in cinque anni (2013-2018) abbiamo perso il 2% dei soci, ma sono aumentati i Club (+16,2%). Club più piccoli, più diffusi nel territorio, più vicini alla gente. I club, i presidenti, i soci, oggi non sono soli. Nel sito del Rotary International troviamo una serie di supporti, d’informazioni e di applicazioni, anche in italiano: Il mio Rotary, Rotary Showcase, Brand Center, Rotary Club Central. In particolare, invito i soci a completare le iscrizioni su “Il mio Rotary”, per sentirsi parte di una grande organizzazione, il sito è riservato ed accessibile solo ai soci. Su Rotary Showcase, troviamo il mondo dei service: circa 40.000 esempi l’anno sono postati, con dati operativi sul dove, come, quando; c’è anche la possibilità di contattare potenziali partner, perché moltissime sono le attività prodotte da gruppi di club. Rotary Brand Center è un valido supporto tecnico per comunicare e comporre le nostre pubblicazioni; contiene i materiali della campagna “Pronti ad Agire”, con foto, manifesti e strumenti per un’immagine coordinata e compatibile con il Brand internazionale del Rotary. Dopo quattro giorni d’immersione nei temi rotariani, in taxi verso l’aeroporto chiedo al tassista indiano se conosce il Rotary e grande è stata la sorpresa nell’apprendere di un “nostro” service sviluppato proprio nel suo villaggio, lungo le rive del Sacro Gange, e così non sono stato tentato di raccontargli delle cose che dovevano servire ad ispirare il mio interlocutore, come per quattro giorni mi hanno convinto di fare!