Esplorare la profondità dello spazio

a cura di Anne Stein, The Rotarian magazine
Illustrazione di Viktor Miller Gausa

Due anni fa, durante il suo dottorato di ricerca in fisica, Fabio Pacucci era alla guida di un gruppo di scienziati italiani che hanno fatto una scoperta straordinaria: due buchi neri che potrebbero essere i più distanti e più antichi mai documentati prima.

Questi buchi neri si sono formati circa 13 miliardi di anni fa, spiega Pacucci, e hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’universo. Gli astronomi sono ora abbastanza sicuri che al centro di ogni galassia esiste un enorme buco nero.

Pacucci, 30 anni, è professore associato post-dottorato nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Yale e socio del Rotary Club di New Haven, nel Connecticut, che ama parlare in pubblico della sua ricerca.

D: Come ti sei interessato alle stelle e ai pianeti?
R: Quando avevo cinque anni i miei genitori mi hanno regalato un piccolo telescopio. A 15 anni, io e mio ​​padre ci siamo svegliati nel cuore della notte per osservare una pioggia di meteoriti. Gli avevo chiesto di prendere appunti per avere delle statistiche. Ad un certo punto c’erano così tante stelle cadenti – 15 o 20 al secondo per circa 10 minuti – che siamo rimasti a fissare il cielo senza avere tempo di prendere appunti. Questo è uno dei migliori ricordi che ho della mia infanzia; stare con mio padre a guardare questo fantastico spettacolo notturno.

D: Come descriveresti i buchi neri a un non-scienziato?
R: Sono oggetti estremamente massicci e con campi gravitazionali così intensi che un raggio di luce non riesce a oltrepassarli. Sono come un aspirapolvere cosmico che inghiotte tutto ciò che lo circonda senza far scappare nulla.

D: In che modo il Rotary ti ha attratto nella sua orbita?
R: Alle scuole superiori ho vinto un premio del Rotary per i miei studi. Questo è stato il mio primo incontro con il Rotary. Mi avevano proposto di affiliarmi al Rotaract della mia città natale, Taranto, ma stavo per trasferirmi a Roma per andare all’Università. Poi sono andato a Pisa per seguire il mio dottorato di ricerca, e viaggiavo spesso. Non appena sono arrivato a New Haven ho detto: “Devo farlo!”. E dopo pochi mesi dal mio arrivo qui, ho fatto sapere ai Rotariani di Taranto che finalmente, dopo 12 anni, mi ero affiliato al Rotary.

D: Su che cosa si concentra la tua ricerca?
R: Studio come si sono formati i buchi neri ai primordi della storia dell’universo. Riuscire a capire questo ci aiuta a capire come si sono formate le prime galassie. La comunità scientifica ritiene che la formazione di galassie e buchi neri sia avvenuta nello stesso tempo e che tra loro esista un interscambio.

D: Parlaci della tua collaborazione con TED-Ed e del video educativo TED Talks.
R: Ho collaborato con una squadra di animatori, attori e sceneggiatori. Il video descrive cos’è un buco nero, i diversi tipi e la probabilità che il pianeta Terra possa imbattersi in un buco nero e venga risucchiata. È un evento estremamente improbabile, ma è una domanda interessante per cominciare a parlare dei buchi neri.

D: Hai visitato decine di Paesi. Che cosa hai imparato dai tuoi viaggi?
R: È importante che gli scienziati incontrino persone che la pensano diversamente, per sfidare la visione del mondo e i risultati della propria ricerca con la visione di altri scienziati. Serve per ampliare i tuoi orizzonti.

Leggi intervista in inglese

N.B.:Venerdì, 20 luglio, alle 18:30, ora italiana, connettiti ad Instagram o Facebook del Rotary International per un’intervista esclusiva dal vivo con il nostro beneamato astronomo Rotariano Fabio Pacucci.

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